Scopri la storia della nostra terra e gli antichi mestieri

Tradizioni, lavoro nei campi e cultura contadina 

L’azienda Agricola Calemone è situata in un piccolo lembo di terra nella borgata di Serranova, una frazione del comune di Carovigno. La coltura principale che si faceva un tempo in questa zona, era quella del pomodoro fiaschetto, ma era anche una terra abbondante di olio, vino, mandorle e fichi. I ritmi ben specifici del lavoro dei campi erano scanditi da un calendario lavorativo, chiamato anno agrario. In tempi antichi c’erano due date molto importanti che bisognava seguire per la produzione, soprattutto quella dei pomodori: il 19 marzo, San Giuseppe e il 24 giugno, San Giovanni. Queste erano le date storiche di un tempo, perché tutti gli eventi della vita si legavano ai calendari religiosi.

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Quali erano gli antichi mestieri della terra?

La cultura contadina, una delle principali ricchezze del territorio, ha sempre plasmato la vita pugliese. La nostra è una terra ricca di mestieri antichi, oggi in parte sostituiti da mezzi tecnologici. Anche se l’Azienda Agricola Calemone ha la fortuna di avere ancora dei contoterzisti che fanno le arature come una volta. Un mestiere molto antico è quello dell’innestatore, per il quale sono richieste molta esperienza e abilità. L’attrezzatura era minima: della pece in un pentolino, un pennellino, un coltello con la lama affilata, delle forbici da pota e la rafia.

tipi di innesto più diffusi erano due: 

  • Ad incastro o a zeppa: il ramo, veniva reciso e privato di un pezzetto a forma di cuneo con la punta in basso e veniva inserita l’estremità del ramo da innestare;
  • A zufolo: il ramo ricevente e quello da innestare venivano tagliati di traverso e congiunti. Dopodiché venivano uniti con un filo in rafia e la giuntura veniva spalmata di pece per non esporre le parti tagliate all’aria.

La potatura, attività necessaria per la maggior parte delle piante, era molto diffusa e praticata dai contadini stessi. È un lavoro meticoloso e preciso, diverso in base agli alberi e di solito deve avvenire nel periodo di riposo della pianta, per questo motivo bisognava far ricorso alla figura esperta del potatore.  La legna tagliata era poi utilizzata per accendere il fuoco, perché “nulla viene buttato ma tutto si riutilizza”. Altra figura fondamentale era quella del mugnaio. Il suo compito era legato alla lavorazione delle farine e richiedeva molta abilità tecnica nella gestione della macina, ciò determinava la buona riuscita del prodotto finale. Il suo lavoro iniziava dalla raccolta in campo dei cereali e proseguiva nelle fasi successive della realizzazione delle farine. 

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Come avveniva la raccolta delle olive e la trasformazione in olio?

La raccolta delle olive rappresentava uno dei momenti di più intenso lavoro. Si iniziava prima dell’alba, e una volta raccolte, le olive venivano portate al frantoio per la trasformazione in olio. Questo luogo era di solito composto da un grande spazio centrale, con uno o più vasche, nelle quali avveniva la frantumazione delle olive per mezzo di una macina litica mossa da un asino o un mulo. L’olio veniva raccolto in delle cisterne, passando dalla vasca attraverso un canaletto di scolo. La prima spremitura delle olive, dava origine all’olio extravergine d’oliva. Questo era un lavoro molto duro, che richiedeva tanto impegno e fatica. Coloro che si occupavano della produzione di olio, vivevano sottoterra da ottobre a marzo, mangiavano e dormivano insieme, cibandosi di verdure e legumi, oltre al pane di grano preparato in casa e condito con pomodori e olio. 

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In questo articolo abbiamo voluto raccontarti l’origine del nostro territorio e gli antichi mestieri della terra, conoscevi già queste storie?

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Produttori di passata di pomodoro fiaschetto BIO e di olio extra vergine di oliva. Scopri tutti i prodotti all’interno della sezione Shop del sito web dell’Azienda Agricola Calemone.

info@calemone.it
+39 0831.555807
+39 333.4561929


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